23 Ago

Garanzia Giovani funziona: ecco perché

Il programma Garanzia Giovani funziona davvero. A dare certezze e soprattutto dati concreti riguardo a questa affermazione è stata proprio ANPAL, con il suo 2° Rapporto di valutazione della Garanzia Giovani presentato questa estate al Cnel. L’Agenzia ha proposto un’analisi aggiornata dell’implementazione del programma e dei progressi compiuti verso gli obiettivi di policy, sviluppandola intorno a criteri di qualità, efficienza, efficacia e impatto.

Venendo ai numeri (le evidenze), si è evidenziato che:

  • allo scorso 31 marzo più della metà (il 52,6%) dei Neet che ha portato a termine un intervento formativo è occupato;
  • al 30 settembre 2018 risultano registrati oltre 1 milione e 390 mila giovani, con oltre 1 milione e 76 mila di individui presi in carico (il 77,5%). Il 55,2% dei presi in carico hanno tra i 19 e i 24 anni, il 34,7% è rappresentato dagli over 25 e il restante 10,1% sono giovani fino a 18 anni.

Il direttore generale di ANPAL, Salvatore Pirrone ha così spiegato il valore di Garanzia Giovani, meritevole di aver introdotto “un metodo di collaborazione tra amministrazione centrale e amministrazioni regionali assolutamente indispensabile. Ha permesso di sperimentare una serie di strumenti che sono oggi diventati un patrimonio per la rete dei servizi per il lavoro. I numeri evidenziano inoltre un processo d’apprendimento progressivo dei centri per l’impiego che, grazie a Garanzia Giovani, hanno raggiunto livelli di performance decisamente superiori rispetto a quelli del passato”.

La misura più diffusa di Garanzia Giovani risulta essere il tirocinio extra-curriculare.
“Ad accogliere i giovani – spiega l’Anpal nel report – sono state soprattutto aziende private (90%): si tratta in particolare di microimprese (54,1%) e imprese di piccole dimensioni (31,2%)”.
Mimmo Parisi, presidente di ANPAL, ha commentato: “Un programma che garantisce un buon ritorno dell’investimento e che quindi giustifica i suoi costi. In Garanzia Giovani i centri per l’impiego hanno un ruolo significativo, e questo può diventare un’eredità notevole anche per la gestione delle politiche attive nell’ambito del Reddito di cittadinanza. I risultati sono positivi, ma dobbiamo continuare a impegnarci per renderli ancora migliori. ANPAL sta lavorando in questa direzione”.

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