09 Set

Aziende: cresce domanda di profili Stem, ancora pochi i laureati

La domanda di profili tecnico-scientifici in Europa continua a crescere, ma una ricerca ha recentemente mostrato come la percentuale di laureati nelle cosiddette discipline Stem sia ancora bassa in paesi quali Italia, Spagna, Malta, Grecia, Uk, Francia e Germania.

Nel nostro paese la percentuale è del 24,5% e coinvolge solo il 15% di donne. Secondo la ricerca condotta dall’Osservatorio Stem promossa da Fondazione Deloitte e dal Programma di Politiche Pubbliche di Deloitte, più di quattro aziende su dieci avrebbero difficoltà a trovare risorse preparate nelle materie citate. Solo in Germania il trend sarebbe in crescita, con 4 laureati tedeschi e 2 laureate tedesche su 10 con un titolo di studio tecnico-scientifico. 

Dalle interviste al campione di persone intervistato, emerge il grande problema della mancanza di figure adeguate per l’orientamento e del pregiudizio ancora permanente rispetto allo studio di queste materie che richiederebbe tempo e migliori condizioni economiche per via della sua complessità. 
Il mercato del lavoro intanto continua a ricercare questo tipo di competenze e sembra essere è un trend destinato a salire nei prossimi anni. 

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01 Giu

Formazione e transizioni tra i temi del G7 di Wolfsburg

La formazione è stata uno dei temi affrontati al G7 di Wolfsburg alla riunione dei ministri del Lavoro “Just Transition – Make it Work”. All’incontro ha partecipato anche il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando.      
Tanti i temi trattati, tra cui l’impatto sul lavoro e sulle politiche per l’impiego del conflitto in Ucraina, il rafforzamento dell’occupabilità in tempi di cambiamento strutturale, l’accompagnamento dei cambiamenti climatici e della transizione green e il miglioramento della sicurezza e salute sul posto di lavoro.

“I cambiamenti strutturali in corso – ha spiegato il ministro Orlando – impongono anche una riflessione sugli strumenti di sostegno alla ricerca di lavoro. Dobbiamo potenziare e adattare le politiche di attivazione alle mutate esigenze del mercato del lavoro, nel quale le transizioni saranno sempre più frequenti e rapide. Di fronte a tali sfide, il riferimento al quadro europeo è per noi essenziale. Anche grazie ai Fondi della Recovery and Resilience Facility abbiamo introdotto in Italia una riforma delle politiche attive, che abbiamo chiamato Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori, con una strategia per le nuove competenze, che mira a creare le condizioni per una migliore e più efficace formazione delle persone lungo tutto l’arco della vita”. 

“Molti adulti hanno difficoltà a conciliare i tempi di vita e di lavoro con quelli della formazione – ha concluso il ministro Orlando – e tutto il peso non può essere scaricato sul lavoratore. Non tutte le imprese hanno i mezzi adeguati per formare il proprio personale e molti cittadini non hanno la consapevolezza dell’importanza della formazione e la ritengono ininfluente sulle loro prospettive di crescita. In questo contesto, il nostro compito è quello di rendere la formazione sempre più flessibile e fruibile, anche attraverso le nuove tecnologie; di incoraggiare le imprese a formare i propri dipendenti per incrementare la produttività e infine di migliorare la qualità dei percorsi formativi per renderli più attrattivi e in linea con le esigenze del mercato del lavoro e delle aspirazioni professionali dei cittadini”. (nota del Ministero del Lavoro)

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10 Mag

Formazione 4.0: il decreto aiuti aumenta il credito d’imposta per le imprese

Il decreto aiuti, emanato per sostenere famiglie e imprese introducendo misure per limitare gli effetti della crisi in Ucraina, ha introdotto un’importante novità in fatto di formazione 4.0 per le imprese, aumentando il credito d’imposta 2022 per investire in beni immateriali. 
Per rispondere alla carenza di competenze professionali adeguate ai processi di trasformazione tecnologica e digitale viene incrementata l’aliquota del credito d’imposta per la formazione, dal 50 al 70% per le piccole imprese e dal 40 al 50% per le medie imprese. L’incremento del credito d’imposta per i beni strumentali immateriali 4.0, nello specifico l’aliquota sale dal 20 al 50 per cento fino al 31 dicembre 2022 o 30 giugno 2023 se è stato effettuato un pagamento in acconto pari almeno al 20% del valore dei beni.

È prevista una certificazione dei risultati conseguiti in termini di acquisizione e consolidamento delle competenze. Le spese in questione devono essere finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze tecnologiche. 
La misura del credito d’imposta per la formazione 4.0 trova la sua radice nel Piano di Transizione 4.0 ed oggi ottiene finanziamenti anche dai fondi del Pnrr. Le attività formative in questione devono riguardare l’acquisizione o il consolidamento di conoscenze tecnologiche quali, ad esempio, i sistemi di visualizzazione e realtà aumentata, la robotica, big data e analisi dei dati, cloud e fog computing, cyber security, sistemi cyber-fisici. Trattasi di attività che si differenziano da quelle di formazione ordinaria che già conosciamo. 
La formazione deve riguardare devono il personale dipendente, sono esclusi invece i collaboratori con contratti lavorativi diversi.

“Le misure per gli investimenti – ha dichiarato il Ministro Giancarlo Giorgetti, titolare del Mise – consentono di guardare con fiducia al futuro per le imprese più innovative, in particolare nei settori strategici finanziati dall’IPCEI cioè quelli dell’idrogeno, del cloud, della microelettronica e della sanità” (nota Mise).

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